IN MEMORIA
La nascita della nostra bella e profonda amicizia risale a un tempo ormai lontano, all’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso. Ci eravamo incontrati quasi per caso in un palazzo di Via Nassa 54, a Lugano, quando si era alla ricerca di un atelier di pittura: studi e spazi posti su piani diversi di un edificio lombardo che sarebbe diventato la “casa degli artisti” nel bel servizio che Gualtiero Schönenberger fece per la Televisione della Svizzera Italiana nel 1969.
Giancarlo aveva frequentato l’Ecole cantonale des Beaux-Arts di Losanna, allievo di Jaques Berger e di Jean Pierre Kaiser. Intorno al 1965 si era avvicinato alla Pop Art col grande desiderio di rinnovare la possibilità di espressione nel campo delle arti visive. La nuova iconografia si basava sulla diffusione artistica del quotidiano. Seguiti da Gualtiero Schönenberger e accolti dal gallerista Rinaldo Bianda nel gruppo dei giovani artisti ticinesi, ci si orientava verso un avvicinamento alla società dei consumi. Su questi temi si lavorò assieme per una decina di anni. In parallelo nacque una grande passione per i viaggi con la curiosità rivolta alle grandi mostre di pittura europea contemporanea, dalle Dokumenta di Kassel alla Biennale di Venezia e ai musei di Londra. Giancarlo trovava soggetti Pop Art in eventi sportivi e negli avvenimenti riportati dai media, dalla televisione e dal cinema. Nel 1972 purtroppo decadde l’affitto degli atelier di Via Nassa e la separazione divenne inevitabile. Tuttavia, stima e amicizia rimasero.
Ci si ritrovò nel 2012 in occasione della mostra Suisse Pop al Mercato Coperto di Giubiasco e nel 2019 alla mostra La casa degli artisti di Via Nassa 54, sempre a Giubiasco. Quello fu un momento particolarmente ricco di ricordi, intense emozioni e riavvicinamenti. In quell’occasione Giancarlo espose diverse opere Pop Art dipinte nei luoghi dei ricordi più cari: Astronauta (1965), Figura (1966), Geminispazio (1966), Hopp Suisse (1966), Rete (1967), Christian Barnard (1968) e Daniela (1969).
Lo scorso luglio 2021 Giancarlo se ne è andato in silenzio nella sua casa-studio di Pianezzo dopo un breve ricovero all’EOC di Bellinzona. Aveva 81 anni.
Fernando BORDONI